Si tratta di un percorso individuato una decina d'anno fa
dalla Comunità Montana del Brenta come itinerario d'interesse culturale
e paesaggistico affiancato al Museo del Tabacco di Carpanè e poi, nel
2008, sviluppato dalla Sezione del Club Alpino Italiano di Bassano del
Grappa con l'allora presidente Antonio Caregaro Negrin. Oggi lo sviluppo
e le attività sono curate dal Comitato Alta Via del Tabacco, con la
collaborazione del CAI, degli Scouts CENGEI, del Gruppo Giara Modon, del
Gruppo GEAR di Rosà, di altri gruppi spontanei di volontari e delle
Protezioni Civili del Canale.
L'Alta Via del Tabacco, con una lunghezza complessiva di
circa 35,2 Km e con un dislivello totale di 2880 metri, parte dal Ponte
Vecchio di Bassano e si conclude a Costa di Valstagna. L'Antico Trail
del Contrabbandiere si sviluppa in senso contrario.
I tempi di percorrenza indicativi, sono:
- 1 ora e 40 minuti da Costa a Valstagna con un dislivello di 880 metri.
- 1 ora e 20 minuti da Valstagna a Oliero con un dislivello di 800 metri
- 2 ore e 30 minuti da Oliero a Bassano con un dislivello di 1100 metri.
I tempi di percorrenza indicativi, sono:
- 1 ora e 40 minuti da Costa a Valstagna con un dislivello di 880 metri.
- 1 ora e 20 minuti da Valstagna a Oliero con un dislivello di 800 metri
- 2 ore e 30 minuti da Oliero a Bassano con un dislivello di 1100 metri.
STORIA DEL TABACCO nel Canale di Brenta
Fino a non molto tempo fa, i ripidi versanti della Valbrenta, sistemati a terrazzi, erano coltivati a tabacco: ben 20 milioni di piante ogni anno, sorvegliate con occhio acuto dai verificatori e dalle guardie di finanza dello Stato."Di tabacco si muore" sostiene la scienza; "Di tabacco si vive" (o meglio si viveva!) affermava la gente del Canale di Brenta, i "canaloti".
A rivoluzionare la povera economia del Canale arrivò, nella seconda metà del '600, una pianta esotica: il TABACCO.
Della plurisecolare coltivazione, oggi quasi estinta, rimane il ricordo nei caratteristici terrazzamenti sostenuti con "muri a secco" e denominati "masiere" che si innalzano sui pendii delle montagne fino a 400-500 metri sul livello del Brenta. Per secoli dalla coltivazione del tabacco, e dal suo contrabbando, la gente del Canale di Brenta aveva ricavato quel minimo che le garantisse almeno la sussistenza. Oggi si continua, su qualche fazzoletto di terra, questa coltivazione, ma solo a fondo valle, più vicino alle abitazioni, dove la fatica è minore!
Fino a non molto tempo fa, i ripidi versanti della Valbrenta, sistemati a terrazzi, erano coltivati a tabacco: ben 20 milioni di piante ogni anno, sorvegliate con occhio acuto dai verificatori e dalle guardie di finanza dello Stato."Di tabacco si muore" sostiene la scienza; "Di tabacco si vive" (o meglio si viveva!) affermava la gente del Canale di Brenta, i "canaloti".
A rivoluzionare la povera economia del Canale arrivò, nella seconda metà del '600, una pianta esotica: il TABACCO.
Della plurisecolare coltivazione, oggi quasi estinta, rimane il ricordo nei caratteristici terrazzamenti sostenuti con "muri a secco" e denominati "masiere" che si innalzano sui pendii delle montagne fino a 400-500 metri sul livello del Brenta. Per secoli dalla coltivazione del tabacco, e dal suo contrabbando, la gente del Canale di Brenta aveva ricavato quel minimo che le garantisse almeno la sussistenza. Oggi si continua, su qualche fazzoletto di terra, questa coltivazione, ma solo a fondo valle, più vicino alle abitazioni, dove la fatica è minore!
Per maggiori informazioni: www.trailcontrabbandiere.com
27/05/13